Lettere Al Futuro

7 gennaio 2008

Una mamma e dei fiorellini

Filed under: Lettere — violainevercors @ 19:46

 Giovane mamma, amavo accompagnare i miei due frugoletti in… diciamolo giardino, dove in primavera sbocciavano spontaneamente vicino all’aiuola dei graziosissimi fiorellini.
Erano piccoli, con pochi petali di un bel giallo oro e con delle piccole macchioline, all’attaccatura del petalo, color bruno; ma erano così regolari, così perfetti che io per prima ne restavo stupita.
Allora  invitavo i miei chiassosi bambini a fermarsi un momento, in mezzo a quel trionfo di verde primaverile, a guardare quei fiorellini, senza strapparli, ché avrebbero sofferto inutilmente; li invitavo ad ammirarli e a chiedersi chi mai avrebbe potuto prendersi la briga di fare quei piccolissimi e apparentemente insignificanti capolavori, che duravano appena una stagione.
Chissà se quei due frugoletti ormai adulti e con una vita e un lavoro proprio si ricordano di quei piccolissimi fiori.
Eppure, ripensando a quell’episodio abbastanza lontano nel tempo, mi dico che la realtà è davvero misteriosa e sopravanza di gran lunga ogni nostra immaginazione.
Perché quei fiori, che attiravano la mia attenzione e i miei bimbi guardavano stupiti, crescevano proprio lì?

Credo che non conoscerò mai la risposta esauriente a questa domanda, come non conoscerò mai il significato insondabile per cui ho incontrato quello che sarebbe diventato mio marito, o il perché mia madre si sia ammalata e abbia sofferto tanto; il perché di tante altre cose, liete e tristi.

Posso solo intuire qualcosa; ma più vado avanti più mi accorgo di certi risvolti degli eventi che prima mi erano sconosciuti.E allora penso che la realtà non si finisce mai di conoscerla, anche nei suoi aspetti più apparentemente quotidiani e banali.Col tempo, se si osserva e si medita, si scoprono mille particolari, mille aspetti che in un primo momento erano sfuggiti. Ma bisogna osservarla la realtà (e della realtà fanno parte anche le persone), con curiosità desiderosa.Altrimenti ci sfugge la sua incredibile varietà e ricchezza.

Ciao piccolo, sono papà. (lettere impossibili)

Filed under: Lettere — rossaurashani @ 13:03

Ciao piccolo, sono papà.

Ti chiamo piccolo, perchè eri piccolo quando ti ho lasciato, senza un saluto o almeno un’ultima carezza. Che vile modo di andarmene! Cosa significa per un bambino di 12 anni , vedere uscire il padre dalla propria vita senza riceve un piccolo tributo da ricordare? E cosa ricordi ancora di me? Torno qualche volta nei tuoi sogni? Ti ricordi qualche volta il mio nome?

Ti ricordi, la domenica mattina quanto tu e la tua cuginetta, quatti quatti venivate in camera ed io fingevo di dormire. Ti ricordi che la mamma si lagnava che sparivano tutte le cinture degli accappatoi. Voi le usavate per legarmi come un salame, con i vostri nodi ridicoli e impossibili e alla fine a cavalcioni su di me gridavate “Mamma… Zia l’abbiamo imprigionato…” che battaglie infinite, ti ricordi Irene che diceva, con un sospiro di voluttà “Quanto sei fortunato che puoi picchiare il tuo papà…..” Le grida che eccheggiavano per casa: “Mamma salvami….” “Zia mi ha imprigionata…” “Aiutatemi a liberarmi…” e mamma accorreva incavolata: “Basta, non sopporto sentir gridare, le battaglie, se volete, le fate fuori, lontano da me…” Aveva ragione perchè per lei era troppo sentire dei “cuccioli” in pericolo e finiva col salvare sempre e solo voi.

Ti ricordi, quando con gli zii si organizzavano le partite di calcio improvvisate, tutti a correre e ad inseguire la palla, a ridere come matti,  perchè più che sport era confusione, una corsa a chi rubava la palla all’altro e tu trottolino ci venivi in mezzo alle gambe e noi attenti a non schiacciarti.

Perchè anch’io ho pochi ricordi con te?

Lo so, sono stato io a pensare che il mio tempo era infinito. Ho rinviato a dopo il mio lavoro e la mia gioia di padre. Ho preferito demandare alla mamma tutto ciò che serviva per farti crescere e diventare finalmente quel figlio con il quale era facile parlare, quando la strada ormai era in discesa; ti avrei portato allo stadio, ti avrei fatto vedere che cos’è un uomo, avresti potuto apprezzare il mio lavoro, avresti realizzato i miei sogni inespressi, i miei desideri per la tua vita. Che cretinate, oggi lo so. Ho perduto il tuo tempo migliore, l’unico tempo che ci era stato dato, l’ho sprecato credendo che sarebbe venuto anche il mio momento ed invece…..

Sono stato geloso di te, perchè credevo che tu mi avresti rubato l’amore di mamma. Io vedevo sai che tra voi bastava uno sguardo, un piccolo sorriso, che la sicurezza te la dava lei. Il vostro rapporto era esclusivo e credevo che mi avesse escluso, ma non era così, mamma sopperiva alle mie involontarie mancanze e tu non vedevi che lei. Come avrei voluto che tu fossi corso da me a chiedere conforto quando ne avevi bisogno e se così non era perchè non ho mai pensato che quando tu ne avevi bisogno io non c’ero mai?

Questi sono i miei rimpianti: non averti detto mai che ti volevo bene, non perchè ritrovavo in te qualcosa di me, ma perchè eri il figlio meraviglioso che sei, con i tuoi difetti e le tue tante virtù. Anche  per merito mio, ma anche molto di tua madre e sopratutto tanto di te stesso.

Lo so questa non è la sola lettera impossibile che dovrei scrivere, una la dovrei  a tuo fratello maggiore che apparteneva all’altra famiglia e che ho lasciato anche lui, sebbene in un momento totalmente diverso della sua vita, quando era già un uomo, con una propria famiglia.  Una la dovrei a tua madre per lenire un pò il tradimento che le ho fatto lasciandola sola. Ma lei è una donna forte e capirà.

In ogni caso a te devo molto di più. Perchè tu di me hai avuto così poco, proprio tu che avresti dovuto essere il figlio desiderato, il figlio dell’amore e non del caso, quello che la mia maturità di padre avrebbe dovuto godere e conservate e che invece l’ambizione di un uomo ha sprecato.

Come dice mamma tu sei il figlio che se avessi potuto scegliere, avrei scelto, mi avresti dato le soddisfazioni, che non avevo ricevuto mai, la tua bontà, generosità, gentilezza, la tua intelligenza, la simpatia. Quando ti sei laureato, se fossi stato lì, avrei sfoggiato una coda di pavone mai vista, vedete questo è il mio figliolo, tutto uguale al suo papà. Avrei anche eclissato la mamma a cui invece va il merito  maggiore, è stata lei ad insegnarti a superare la pigrizia (che riconosco anche mia), a spingerti verso lo studio per te stesso e non per gli altri, io ti avrei insegnato un amor proprio smisurato, per dimostrare al mondo chi sei ed io con te.

Ora non sei più piccolo, ma io ricordo ancora quegli occhi sgranati che mi guardavano, la sera che mi sono sentito male e che la mamma aveva capito quanto grave fosse questo male, ti ordinò di vestirti ed uscire ed andare ad aspettarla dalla zia.

Non ci salutammo ed io non tornai più per farlo un’ultima volta…. perdonami piccolo cuore, lo faccio ora che sei un uomo e che le smancerie non ci si addicono più. Piccolo mio, eri tu la mia famiglia, eri tu il mio futuro, eri tu la mia ambizione, tu la mia felicità…. tu e la mamma, con voi avrei voluto invecchiare…….

Una carezza e un abbraccio,

il tuo papà.

Lettera ad un bambino che nascera’

Filed under: Lettere — unblogindue @ 11:59

“Caro….

non è facile il tempo in cui hai scelto di nascere. L’uomo ha anteposto l’uso del cervello a quello del cuore e per voi bimbi la vita è difficile. Molte insidie potranno presentarsi sul vostro cammino, molto opportunismo e sempre più cattiveria potrebbero venire a turbare la vostra innocenza.

Ti prometto che ti proteggerò da tutte le brutture, che troverò ogni modo per farti essere sereno, che terrò lontano da te chiunque voglia farti del male e chi guarderà a te con occhi cattivi. Non sottovaluterò mai i segnali che mi lancerai, starò attenta ai tuoi stati d’animo e cercherò di capire tutto quello che non riuscirai a dirmi.

Ti prometto che ti terrò al riparo dai problemi, che ti lascerò il tempo per essere “bambino”, che non ti negherò mai il diritto di stupirti, di scoprire il mondo.

Ti garantisco che mi impegnerò perchè tu capisca di essere prezioso e di non essere solo; ti insegnerò a far rispettare i tuoi diritti rispettando quelli degli altri.

Ti starò vicino in ogni momento quando mi vorrai, e quando sarò lontana sarò vicina nel cuore.

Farò l’impossibile per farti vivere una vita sana e, se dovesse capitarci qualcosa di brutto, saremo uniti per affrontarlo e vincerlo.

Rispetterò la tua innocenza sopra ogni cosa e farò di questa famiglia la tua corazza e il tuo rifugio.

Sarò bambina con te e cresceremo insieme.

Farò del mio meglio affinchè tu, una volta grande, possa guardare alla tua infanzia come al periodo più bello della tua vita e perchè le parole “mamma” e “babbo” suonino per te come sinonimi duraturi di “amore”, “serenità”, “calore”.”

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