Era un Capodanno come molti altri, ma il fatto, che i miei genitori s’erano rifiutati di farmi uscire con i miei nuovi amici, mi aveva reso furiosa. Non era possibile, mio fratello poteva uscire senza dire dove andava, ne con chi, mentre io dovevo convocare i miei amici (magari in giacca e cravatta), per farli “conoscere-processare “a mia madre e a mio padre (nuovi membri della Santa Inquisizione)
Mai e poi mai, mi sarei piegata a questo diktat-ricatto.
Così dopo aver urlato tutta la mia contrarietà, verso questo “mondo così ottuso e maschilista”, sono uscita dicendo che non sarei rientrata e che sarei andata da Ross.
Lei mi accolse come sempre, cercando di placare le mie ire, offrendomi in compenso la possibilità di andare con i suoi amici in una discoteca .
L’idea di andare a ballare non mi convinceva, ma rimanere a meditare su tutte quelle ingiustizie, mi sembrava ancora più insensato. Così decisi, mi unii a loro.
Devo ammetterlo, nonostante tutte le nostre buone intenzioni, non avevamo l’aria di una spensierata compagnia da discoteca, sembravamo più “l’armata Brancaleone” riesumata. Forse era il nostro modo di vestire, o forse più semplicemente le nostre “facce” a non farci sembrare dei veri amanti della discoteca. Il locale poi, era decisamente deprimente, luci soffuse per nascondere tutte le pecche/irregolarità, festoni e tendaggi consunti dal tempo.
Appena entrati ci siamo resi conto che la nostra Armata non avrebbe potuto trovar ambientazione “migliore”. Così tra scherzi e battute ci siamo appartati in una zona rimasta deserta per lasciarci letteramente sprofondare, per non dire risucchiare dalle sgangherate poltroncine.
Tutto lasciava presagire il Capodanno più sfigato del secolo e decisamente il più noioso.
Sandro, gran animatore di tante serate, capì che l’unica soluzione era di capovolgere la situazione a nostro favore, trovare il divertimento in tutto quello che stava succedendo portandoci ad aspettare con ansia il paradosso.
Ad ogni spiffero gelido che ci percorreva le ossa, Sandro ci preparava ad affrontare gli orsi polari che sicuramente prima o poi sarebbero usciti dai tendaggi.
Quando le luci cominciarono a spegnersi per dei guasti all’impianto elettrico, lui ci convinse che tutto era stato programmato e che l’oscurità serviva a nasconderci alle fauci degli orsi. Anche quando l’impianto stereo si suicidò, esalando l’ultima nota, lui ci convinse che giustizia era fatta, e che finalmente avremmo potuto discutere, senza essere perseguitati da tutta quella musica.
Alla fine quel “tragico” Capodanno decise di concludersi in un’estenuante gelida scarpinata, dopo innumerevoli richieste di autostop rimaste purtroppo inattese.
Dopo tanti anni, posso confermare, che a tutti noi rimarrà per sempre, il ricordo di quella serata e senza ombra di dubbio la certezza:
1) che” la fortuna è cieca, mentre la sfiga ci vede benissimo”,
2) che non tutte le Armate possono cercare la loro “normalità” in una decrepita discoteca,
3) ma soprattutto, nessuno potrà dirci ” che non ci abbiamo mai provato….”
Un ringraziamento particolare lo dedico a Sandro, che ha saputo trasformare quella serata in uno dei più divertenti e sconclusionati Capodanno mai trascorsi (con la certezza che non sarà più al nostro fianco a capovolgere la realtà ), ed uno ai Rolling Stones per quell’ultima bellissima canzone morta suicida in discoteca.
http://youtu.be/-ThGBEOdh00
ANGIE
Angie, Angie, when will those clouds all disappear?
Angie, Angie, where will it lead us from here?
With no loving in our souls and no money in our coats
You can’t say were satisfied
But Angie, Angie, you can’t say we never tried
Angie, you’re beautiful, but ain’t it time we said goodbye? Angie, I still love you, remember all those nights we cried?
All the dreams we held so close seemed to all go up in smoke
Let me whisper in your ear:
Angie, Angie, where will it lead us from here?
Oh, Angie, don’t you weep, all your kisses still taste sweet
I hate that sadness in your eyes
But Angie, Angie, ain’t it time we said goodbye?
With no loving in our souls and no money in our coats
You can’t say were satisfied
But Angie, I still love you, baby
Everywhere I look I see your eyes
There ain’t a woman that comes close to you
Come on baby, dry your eyes
But Angie, Angie, ain’t it good to be alive?
Angie, Angie, they can’t say we never tried
Angie
Angie, Angie, quando scompariranno queste nuvole scure?
Angie, Angie, dove ci porterà il destino?
senza un briciolo d’amore nelle nostre anime e senza un soldo nelle tasche dei nostri cappotti
tu non puoi dire che siamo soddisfatti
ma Angie, Angie, non puoi dire che non abbiamo mai provato Angie, tu sei bella, ma non è il momento di dirsi addio
Angie, io continuerò ad amarti, ricordando tutte quelle notti in cui abbiamo pianto
tutti i sogni che tenevamo stretti sembravano finire in fumo
lasciami sussurrare nelle tue orecchie
Angie, Angie, dove ci condurrà il destino
Angie, non piangere, tutti i tuoi baci hanno ancora un sapore dolce
odio vedere la tristezza nei tuoi occhi
Ma Angie, Angie, non è il momento di dirsi addio, senza un briciolo d’amore nelle nostre anime e senza un soldo
nelle tasche dei nostri cappotti
tu non puoi dire che siamo soddisfatti
Ma Angie, io ti amo ancora e dovunque io guardi vedo i tuoi occhi
non c’è nessuna donna che si avvicini tanto a te
e dai, asciugati gli occhi
Ma Angie, Angie, non è un bene essere vivi?
Angie, Angie, non possono dire che non ci abbiamo mai provato