Cara mamma,è un anno che sei morta e ricordo con dolcezza quel periodo doloroso della tua agonia.
Invocavi la morte e noi due (mia sorella ed io) cercavano, sgomente, si starti vicine. Non avevi che un soffio di voce che diventava sempre più flebile fino a quel giorno, il giorno prima di andartene per sempre.
Ricordi? io ero con la gamba ingessata e potevo solo sedermi vicino a te e tu, l’ultima volta che eravamo tutti insieme e ancora riuscivi a parlare, ti eri mostrata orgogliosa delle tue figlie e dei tuoi nipoti.
Poi il silenzio, i monosillabi e quel filo di voce che spendevi soltanto per invocare “Maria!”.
Una volta ti chiesi chi fosse questa Maria che invocavi e tu, quasi seccata rispondesti: “Ma è la Madonna!” In quei lunghi mesi di immobilità forzata anche per me, per via del gesso alla gamba, ebbi modo di pensare a come il nostro rapporto non fosse sempre stato tranquillo: questa figlia ribelle finalmente pensava al passato e si rendeva conto di tante cose.
Certo ero stata sempre insofferente delle tue premure, però in quegli anni lontani tu avevi custodito la mia fanciullezza e adolescenza… e poi anche tu con la tua mamma avevate spesso dei rapporti non tranquilli… e allora pensavo che in fondo uno non può dare se non quello che ha e tu avevi molto sofferto nella vita, non avevi ricevuto molto amore, come pure aveva ricevuto la tua mamma rimasta prestissimo orfana. No, ora che sono a mia volta mamma di figli ormai adulti, so cosa significhi essere madre e so che è estremamente facile sbagliare; perché nessuno nasce genitore, ma lo diventa.
So che il rimorso per gli errori riconosciuti a posteriori può divorare, ma so anche che quel che conta è il presente nel rapporto con i figli.
I figli non si amano nel passato o nel futuro, ma si amano nel presente, con una totale disponibilità ad accoglierli per quello che sono.
In fondo non abbiamo che il presente par amarli e credo che per loro questo sia fondamentale.
Ecco questo vorrei che i miei figli capissero: che ogni genitore fa i suoi errori e anche loro ne faranno, ma quel che conta è ricominciare sempre ad amare i propri figli per quello che sono, senza pretendere che siano diversi, e accompagnarli con sempre maggiore discrezione e rispetto per la loro libertà.
Grazie. Che persone splendide sto conoscendo qui! Non riesco a seguire il ritmo della pubblicazione di ogni post per lasciare qualche parola di commento a tutti. In uno degli ultimi qualcuno (forse tu…)diceva che i figli si amano nel presente. E adesso un nuovo “passaggio” sullo stesso concetto: forse non ci avevo riflettuto abbastanza… ho ricominciato subito a farlo.
Commento di abdita — 12 gennaio 2008 @ 19:43 |
E’ bello scambiarsi le scoperte che facciamo!
E’ come avere un patrimonio che si moltiplica perchè lo riceviamo dalle confidenze che ci scambiamo!
Credo sia la logica anche dell’amicizia e della condivisione.
Grazie a te!
Commento di violainevercors — 12 gennaio 2008 @ 20:29 |
Continuo a meravigliarmi sulla persona stupenda che sei,da prendere come esempio per il prosieguo della vita,questo blog nato così su due piedi e ormai appuntamento quotidiano,mi stà dando l’occasione di conoscere tante bellissime esperienze di vita legate al mondo genitori e figli da cui prendere anche degli spunti.
Commento di chaffeur66 — 12 gennaio 2008 @ 23:14 |
La mia è scomparsa il 3 Febbraio di diversi anni fa…e non dimentico mai l’educazione che mi ha dato…i valori che mi ha inculcato..molto bello davvero
Commento di Prokofiev — 13 gennaio 2008 @ 20:21 |
Grazie Prokofiev!
Sono ricordi preziosi, che ci accompagneranno sempre!
Commento di violainevercors — 13 gennaio 2008 @ 20:48 |
“Nessuno nasce genitore”, il problema è che non puoi, dopo varie prove, sbagli e aggiustamenti, mettere in scena lo spettacolo . . . per cui, baruffe, incomprensioni, fastidio . . . e pregare che le cose si mettano per il bene . . .
Dai, Ho in mente anch’io qualcosa . . .chiedo a Factum!
Baci R
Commento di Rosangela — 19 gennaio 2008 @ 08:19 |
Grazie Ros!
Aspetto le tue riflessioni!
Commento di violainevercors — 19 gennaio 2008 @ 08:49 |